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martedì 15 giugno 2010

Testamento biologico


IV Assemblea Nazionale di Libera Uscita



Roma, 15 Maggio 2010



Documento finale



 



L’Assemblea nazionale di LiberaUscita, riunita a Roma il 15 Maggio 2010, prende atto che in ordine ai suoi fini istituzionali, vale a dire il diritto delle persone a decidere sulla propria vita mediante la legalizzazione del testamento biologico, la depenalizzazione dell’eutanasia e del suicidio medicalmente assistito, si assiste nel Paese ad un vero scollamento tra la volontà popolare (vedi sondaggio Eurispes del Gennaio 2010) e la volontà della politica..In particolare, si fa riferimento al ddl Calabrò “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”, licenziato dal Senato il 26 marzo 2009 ed ai successivi emendamenti approvati dalla Commissione Affari Sociali della Camera.



Tali emendamenti, anche se marginalmente migliorativi del testo in esame, non sono tali da modificarne la sostanziale incostituzionalità: permane infatti vietato l'esercizio del diritto all'autodeterminazione sulle cure in quanto le DAT (dichiarazioni anticipate di trattamento) non risultano vincolanti per il personale sanitario. Diritto all'autodeterminazione che la Corte Costituzionale stessa, nella sua sentenza 438 del dicembre 2008, ha riconosciuto come diritto fondamentale della persona costituzionalmente garantito dagli art. 2, 13, 32.



Inoltre alimentazione ed idratazione artificiali forzate non sono rinunciabili poiché non riconosciute come trattamenti sanitari ma definite impropriamente “sostegni vitali finalizzati a lenire le sofferenze”. Tali forzature sono la logica conseguenza di un principio antidemocratico: quello di dichiarare “indisponibile” il diritto alla vita anche al titolare della vita stessa. Se tale ddl dove essere approvato e diventare così legge dello Stato, esistono gli estremi, a giudizio di LiberaUscita, per un intervento sanzionatorio della Corte Costituzionale e/o per un referendum abrogativo.



Si segnala, come elemento positivo, che non sono mancate rilevanti dissociazioni, sia da parte della stessa maggioranza di Governo che dallo stesso mondo cattolico. Inoltre che l’Ordine dei medici (vedi Convegno della FNOMCEO del Giugno 2009 a Terni) si è espresso in difesa dell’autodeterminazione della persona.



LiberaUscita intende allacciare ed intensificare rapporti di assidua e fattiva collaborazione con le Associazioni che a livello nazionale operano per i suoi stessi fini, come ad esempio le Associazioni ”Luca Coscioni”,.Exit-Italia, “Per Eluana”, “Liberi di decidere”, ma è anche consapevole che la battaglia per il diritto di morire con dignità si vince o si perde a secondo se la laicità delle istituzioni si afferma oppure no.



LiberaUscita ribadisce perciò il suo pieno e totale sostegno a tutte le associazioni e le Consulte che operano nel Paese in difesa della laicità dello Stato ed auspica che si costituisca finalmente un Movimento nazionale apartitico in grado di far sentire la voce della maggioranza dei cittadini nei confronti dei politici e della loro elezione.



In questo quadro, LiberaUscita intende operare affinché tutte le realtà che si dichiarano laiche organizzino un grande meeting nazionale, in grado di rilanciare in termini unitari, chiari e nuovi il principio della laicità delle istituzioni, controbilanciando così il condizionamento esercitato dal potere religioso su ambedue gli schieramenti politici.



Nell’immediato ribadiamo il nostro fattivo impegno per contribuire alla diffusione dei registri comunali dei testamenti biologici, già istituiti in più di cento Comuni italiani sulla scia della nostra iniziativa realizzata dal Municipio X di Roma. Analogo impegno intendiamo portare avanti per la diffusione del fascicolo sanitario elettronico, nuovo e moderno ausilio che dovrà servire anche a registrare le disposizioni delle persone circa la fine della loro vita.


Testamento biologico


IV Assemblea Nazionale di Libera Uscita



Roma, 15 Maggio 2010



Documento finale



 



L’Assemblea nazionale di LiberaUscita, riunita a Roma il 15 Maggio 2010, prende atto che in ordine ai suoi fini istituzionali, vale a dire il diritto delle persone a decidere sulla propria vita mediante la legalizzazione del testamento biologico, la depenalizzazione dell’eutanasia e del suicidio medicalmente assistito, si assiste nel Paese ad un vero scollamento tra la volontà popolare (vedi sondaggio Eurispes del Gennaio 2010) e la volontà della politica..In particolare, si fa riferimento al ddl Calabrò “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”, licenziato dal Senato il 26 marzo 2009 ed ai successivi emendamenti approvati dalla Commissione Affari Sociali della Camera.



Tali emendamenti, anche se marginalmente migliorativi del testo in esame, non sono tali da modificarne la sostanziale incostituzionalità: permane infatti vietato l'esercizio del diritto all'autodeterminazione sulle cure in quanto le DAT (dichiarazioni anticipate di trattamento) non risultano vincolanti per il personale sanitario. Diritto all'autodeterminazione che la Corte Costituzionale stessa, nella sua sentenza 438 del dicembre 2008, ha riconosciuto come diritto fondamentale della persona costituzionalmente garantito dagli art. 2, 13, 32.



Inoltre alimentazione ed idratazione artificiali forzate non sono rinunciabili poiché non riconosciute come trattamenti sanitari ma definite impropriamente “sostegni vitali finalizzati a lenire le sofferenze”. Tali forzature sono la logica conseguenza di un principio antidemocratico: quello di dichiarare “indisponibile” il diritto alla vita anche al titolare della vita stessa. Se tale ddl dove essere approvato e diventare così legge dello Stato, esistono gli estremi, a giudizio di LiberaUscita, per un intervento sanzionatorio della Corte Costituzionale e/o per un referendum abrogativo.



Si segnala, come elemento positivo, che non sono mancate rilevanti dissociazioni, sia da parte della stessa maggioranza di Governo che dallo stesso mondo cattolico. Inoltre che l’Ordine dei medici (vedi Convegno della FNOMCEO del Giugno 2009 a Terni) si è espresso in difesa dell’autodeterminazione della persona.



LiberaUscita intende allacciare ed intensificare rapporti di assidua e fattiva collaborazione con le Associazioni che a livello nazionale operano per i suoi stessi fini, come ad esempio le Associazioni ”Luca Coscioni”,.Exit-Italia, “Per Eluana”, “Liberi di decidere”, ma è anche consapevole che la battaglia per il diritto di morire con dignità si vince o si perde a secondo se la laicità delle istituzioni si afferma oppure no.



LiberaUscita ribadisce perciò il suo pieno e totale sostegno a tutte le associazioni e le Consulte che operano nel Paese in difesa della laicità dello Stato ed auspica che si costituisca finalmente un Movimento nazionale apartitico in grado di far sentire la voce della maggioranza dei cittadini nei confronti dei politici e della loro elezione.



In questo quadro, LiberaUscita intende operare affinché tutte le realtà che si dichiarano laiche organizzino un grande meeting nazionale, in grado di rilanciare in termini unitari, chiari e nuovi il principio della laicità delle istituzioni, controbilanciando così il condizionamento esercitato dal potere religioso su ambedue gli schieramenti politici.



Nell’immediato ribadiamo il nostro fattivo impegno per contribuire alla diffusione dei registri comunali dei testamenti biologici, già istituiti in più di cento Comuni italiani sulla scia della nostra iniziativa realizzata dal Municipio X di Roma. Analogo impegno intendiamo portare avanti per la diffusione del fascicolo sanitario elettronico, nuovo e moderno ausilio che dovrà servire anche a registrare le disposizioni delle persone circa la fine della loro vita.


giovedì 3 giugno 2010

Conversano nel 1970 e dintorni


----- Original Message -----
From: Associazione DEMOS Conversano
To: emazzi@videosoft.it
Sent: Wednesday, June 02, 2010 10:08 AM
Subject: Conversano (BA). 17 giugno 2010




Caro don Mazzi,
siamo un'associazione di impegno culturale di Conversano, paese che sicuramente a lei ricorda qualcosa.
Il 17 giugno p.v. presenteremo alla città, in piazza, un lavoro multimediale frutto di ricerca su ciò che successo a Conversano nel 1970 e dintorni.
Avevamo l'esigenza di comunicarglielo per aver letto ripetutamente il suo nome nelle cronache del tempo che ci ha fatto capire l'importanza del suo ruolo e quello dell'Isolotto per Conversano e per il popolo che insorgeva.
Ci farebbe molto piacere un suo riscontro e cogliamo l'occasione per salutarla cordialmente.
L'Associazione DEMOS CONVERSANO



 



Carissimi/e,
la vostra iniziativa è un importante contributo alla "strategia della memoria" portata avanti dalle comunità di base, e specialmente dalla Comunità dell’Isolotto, dalla loro nascita fino ad oggi. Ed è per noi motivo di compiacimento e di speranza. Non siamo soli. Insieme si può.
Due pensieri per dare senso pieno e non puramente formale a questo nostro sincero apprezzamento.
La frontiera della memoria sociale sembra essere rimasta l'unica capace di contrastare la marcia trionfale del liberismo che vive della guerra di tutti contro tutti. Salvaguardare la memoria sociale, spogliarla dalla ritualità, attualizzarla, è uno dei compiti più urgenti di chi vede un futuro per l'umanesimo sociale, per la solidarietà planetaria, per la società dei diritti di tutti, per la comunitarietà oltre i confini.
Un filo teso lega insieme la lotta antifascista culminata nell'insurrezione liberatrice del '45, il processo di trasformazione nel dopoguerra, il rinascimento della speranza dopo il dominio della paura, la grande ricostruzione, l’inurbamento e il nuovo crogiolo di culture, l’incontro fra la cultura operaia e la cultura del territorio, la lotta per la pace in tempo di guerra fredda, la gestazione della "Chiesa Popolo di Dio" in tante esperienze di base nelle periferie del mondo, i movimenti del ’68-‘69 e la trasformazione sociale, il dissenso creativo verso la restaurazione, il ruolo positivo della partecipazione democratica, la lotta per la valorizzazione e la difesa della Costituzione.
L’esperienza delle comunità di base, compresa la comunità di Conversano, senza soluzione di continuità, è dentro questo immenso processo. E’ dentro questa memoria unitaria che tiene insieme la nostra identità. Un testimone importante di questa presenza della memoria di Conversano nella memoria unitaria è Beppino Coscione.
Per disarticolare tale memoria è stata attuata una vera e propria strategia repressiva.
Nella seconda metà del secolo scorso si combatte con ogni mezzo la crociata contro il comunismo avendo però come obbiettivo finale la eliminazione della centralità del lavoro, della solidarietà, dei diritti sociali e l'emarginazione se non la repressione dei movimenti di società che a questi valori si alimentano e per questi principi si battono. Compresi si noti bene i movimenti di base presenti nella Chiesa cattolica e nelle altre confessioni o religioni. Troppo spesso questo aspetto è dimenticato. La "Chiesa dei poveri", la Chiesa delle comunità di base e della teologia della liberazione, la Chiesa di ispirazione conciliare, la Chiesa del dialogo deve essere repressa, in America Latina, come nelle Filippine, come nel Nord del mondo. Va fermata anch'essa "con ogni mezzo": finché è possibile con gli strumenti del Diritto Canonico, ma se non basta ci vuole il braccio secolare. Viene perciò finanziata, sostenuta e potenziata la parte di Chiesa conservatrice, assistenzialista, autoritaria, spiritualista, anticomunista, per aiutarla a emarginare e reprimere al suo interno le esperienze conciliari. Ma ove, come nel Terzo Mondo, non sia sufficiente la repressione intraecclesiale, la strategia repressiva dovrà usare mezzi violenti come i massacri di preti, vescovi, leaders laici di comunità di base e qui da noi le provocazioni neo-fasciste.
La repressione attuata contro l’esperienza della Comunità di Conversano è dentro questa strategia repressiva.
Nella piazza di Conversano, dove ogni mattina si svolgeva il mercato delle braccia e dove celebrai l’eucaristia, era nata una nuova identità. E insieme alla comunità di Conversano, negli anni ’70 nasceranno centinaia di comunità di base in ogni parte d’Italia. Le Comunità di base sono tra le poche realtà che hanno resistito alla desertificazione dei movimenti, sebbene ridotte di numero molte sono tutt’ora vive. Sebbene su di loro sia calata la mannaia dell’oscuramento. E sebbene nell’immaginario comune, saggiamente alimentato dai media, l’esperienza delle comunità di base sia considerata una realtà del lontano passato definita negativamente "dissenso cattolico".
Le comunità di base sono realtà volutamente fragili. Vivono concretamente la dimensione della precarietà, del fermento che si nasconde e si mescola nella massa della farina e la fa lievitare tutta; del chicco di grano caduto in terra che deve morire per portare frutto. Per questo è importante che venga tenuta viva la memoria delle loro esperienze e dei loro messaggi di speranza.
La vostra iniziativa dà forza a questa "strategia della memoria".
Stiamo pensando a un progetto di Archivio storico cdb. Per preparare un tale progetto potremmo riferirci anche alla Associazione degli archivisti e al Sistema Documentario dell’area fiorentina SDIAF con cui già collaboriamo.
Si può pensare ad un Archivio storico in parte centralizzato e in parte costituito da un coordinamento di archivi o fondi locali presso le varie comunità.
Non dobbiamo perderci.
 
Vi allego intanto una descrizione sintetica del rapporto che c’è stato fra la Comunità dell’Isolotto e quella di Conversano tratta dal Regesto dei Notiziari. Se riusciamo a recuperare una copia del Notiziario n. 13-14 del 1970 ve lo spediamo: mandateci il vostro indirizzo.
 
Un abbraccio e un augurio di riuscita dell’iniziativa a nome di tutta la comunità.
                               
                                                            Enzo Mazzi
 


Conversano nel 1970 e dintorni


----- Original Message -----
From: Associazione DEMOS Conversano
To: emazzi@videosoft.it
Sent: Wednesday, June 02, 2010 10:08 AM
Subject: Conversano (BA). 17 giugno 2010




Caro don Mazzi,
siamo un'associazione di impegno culturale di Conversano, paese che sicuramente a lei ricorda qualcosa.
Il 17 giugno p.v. presenteremo alla città, in piazza, un lavoro multimediale frutto di ricerca su ciò che successo a Conversano nel 1970 e dintorni.
Avevamo l'esigenza di comunicarglielo per aver letto ripetutamente il suo nome nelle cronache del tempo che ci ha fatto capire l'importanza del suo ruolo e quello dell'Isolotto per Conversano e per il popolo che insorgeva.
Ci farebbe molto piacere un suo riscontro e cogliamo l'occasione per salutarla cordialmente.
L'Associazione DEMOS CONVERSANO



 



Carissimi/e,
la vostra iniziativa è un importante contributo alla "strategia della memoria" portata avanti dalle comunità di base, e specialmente dalla Comunità dell’Isolotto, dalla loro nascita fino ad oggi. Ed è per noi motivo di compiacimento e di speranza. Non siamo soli. Insieme si può.
Due pensieri per dare senso pieno e non puramente formale a questo nostro sincero apprezzamento.
La frontiera della memoria sociale sembra essere rimasta l'unica capace di contrastare la marcia trionfale del liberismo che vive della guerra di tutti contro tutti. Salvaguardare la memoria sociale, spogliarla dalla ritualità, attualizzarla, è uno dei compiti più urgenti di chi vede un futuro per l'umanesimo sociale, per la solidarietà planetaria, per la società dei diritti di tutti, per la comunitarietà oltre i confini.
Un filo teso lega insieme la lotta antifascista culminata nell'insurrezione liberatrice del '45, il processo di trasformazione nel dopoguerra, il rinascimento della speranza dopo il dominio della paura, la grande ricostruzione, l’inurbamento e il nuovo crogiolo di culture, l’incontro fra la cultura operaia e la cultura del territorio, la lotta per la pace in tempo di guerra fredda, la gestazione della "Chiesa Popolo di Dio" in tante esperienze di base nelle periferie del mondo, i movimenti del ’68-‘69 e la trasformazione sociale, il dissenso creativo verso la restaurazione, il ruolo positivo della partecipazione democratica, la lotta per la valorizzazione e la difesa della Costituzione.
L’esperienza delle comunità di base, compresa la comunità di Conversano, senza soluzione di continuità, è dentro questo immenso processo. E’ dentro questa memoria unitaria che tiene insieme la nostra identità. Un testimone importante di questa presenza della memoria di Conversano nella memoria unitaria è Beppino Coscione.
Per disarticolare tale memoria è stata attuata una vera e propria strategia repressiva.
Nella seconda metà del secolo scorso si combatte con ogni mezzo la crociata contro il comunismo avendo però come obbiettivo finale la eliminazione della centralità del lavoro, della solidarietà, dei diritti sociali e l'emarginazione se non la repressione dei movimenti di società che a questi valori si alimentano e per questi principi si battono. Compresi si noti bene i movimenti di base presenti nella Chiesa cattolica e nelle altre confessioni o religioni. Troppo spesso questo aspetto è dimenticato. La "Chiesa dei poveri", la Chiesa delle comunità di base e della teologia della liberazione, la Chiesa di ispirazione conciliare, la Chiesa del dialogo deve essere repressa, in America Latina, come nelle Filippine, come nel Nord del mondo. Va fermata anch'essa "con ogni mezzo": finché è possibile con gli strumenti del Diritto Canonico, ma se non basta ci vuole il braccio secolare. Viene perciò finanziata, sostenuta e potenziata la parte di Chiesa conservatrice, assistenzialista, autoritaria, spiritualista, anticomunista, per aiutarla a emarginare e reprimere al suo interno le esperienze conciliari. Ma ove, come nel Terzo Mondo, non sia sufficiente la repressione intraecclesiale, la strategia repressiva dovrà usare mezzi violenti come i massacri di preti, vescovi, leaders laici di comunità di base e qui da noi le provocazioni neo-fasciste.
La repressione attuata contro l’esperienza della Comunità di Conversano è dentro questa strategia repressiva.
Nella piazza di Conversano, dove ogni mattina si svolgeva il mercato delle braccia e dove celebrai l’eucaristia, era nata una nuova identità. E insieme alla comunità di Conversano, negli anni ’70 nasceranno centinaia di comunità di base in ogni parte d’Italia. Le Comunità di base sono tra le poche realtà che hanno resistito alla desertificazione dei movimenti, sebbene ridotte di numero molte sono tutt’ora vive. Sebbene su di loro sia calata la mannaia dell’oscuramento. E sebbene nell’immaginario comune, saggiamente alimentato dai media, l’esperienza delle comunità di base sia considerata una realtà del lontano passato definita negativamente "dissenso cattolico".
Le comunità di base sono realtà volutamente fragili. Vivono concretamente la dimensione della precarietà, del fermento che si nasconde e si mescola nella massa della farina e la fa lievitare tutta; del chicco di grano caduto in terra che deve morire per portare frutto. Per questo è importante che venga tenuta viva la memoria delle loro esperienze e dei loro messaggi di speranza.
La vostra iniziativa dà forza a questa "strategia della memoria".
Stiamo pensando a un progetto di Archivio storico cdb. Per preparare un tale progetto potremmo riferirci anche alla Associazione degli archivisti e al Sistema Documentario dell’area fiorentina SDIAF con cui già collaboriamo.
Si può pensare ad un Archivio storico in parte centralizzato e in parte costituito da un coordinamento di archivi o fondi locali presso le varie comunità.
Non dobbiamo perderci.
 
Vi allego intanto una descrizione sintetica del rapporto che c’è stato fra la Comunità dell’Isolotto e quella di Conversano tratta dal Regesto dei Notiziari. Se riusciamo a recuperare una copia del Notiziario n. 13-14 del 1970 ve lo spediamo: mandateci il vostro indirizzo.
 
Un abbraccio e un augurio di riuscita dell’iniziativa a nome di tutta la comunità.
                               
                                                            Enzo Mazzi
 


martedì 1 giugno 2010

Ipazia

  


Libera Università “Ipazia”    Giardino dei Ciliegi       Comunità dell’Isolotto
 
 
 
 
 
Giovedì 10 giugno 2010
Ore 17,30
Al Giardino dei Ciliegi
Via dell’Agnolo, 5—Firenze
 
 
Incontro con
 
Margherita Hack                                           Enzo Mazzi
 
“IPAZIA d’ALESSANDRIA:
 riflessioni sulla libertà di pensiero fra passato e presente”
 
Coordina Sandra Cammelli
 
L’insegnamento di Ipazia era distante da qualunque credo confessionale ed è uno degli esempi più forti dell’importanza di conservare la libertà di pensiero nell’ottica di un percorso teso a scardinare l’ignoranza e il fanatismo (da M. Poser).
È facile capire perché la scienza, che è libera da dogmi e preconcetti e si fa guidare dagli esperimenti e dalle osservazioni, spaventi la Chiesa” (M. Hack)
Nella fedeltà “all’etica del viandante” l’eresia si delinea “come realtà positiva, dinamica, forza generatrice […] realtà osteggiata da un’altra forza opposta, il potere” (E. Mazzi)
 
 


Ipazia

  


Libera Università “Ipazia”    Giardino dei Ciliegi       Comunità dell’Isolotto
 
 
 
 
 
Giovedì 10 giugno 2010
Ore 17,30
Al Giardino dei Ciliegi
Via dell’Agnolo, 5—Firenze
 
 
Incontro con
 
Margherita Hack                                           Enzo Mazzi
 
“IPAZIA d’ALESSANDRIA:
 riflessioni sulla libertà di pensiero fra passato e presente”
 
Coordina Sandra Cammelli
 
L’insegnamento di Ipazia era distante da qualunque credo confessionale ed è uno degli esempi più forti dell’importanza di conservare la libertà di pensiero nell’ottica di un percorso teso a scardinare l’ignoranza e il fanatismo (da M. Poser).
È facile capire perché la scienza, che è libera da dogmi e preconcetti e si fa guidare dagli esperimenti e dalle osservazioni, spaventi la Chiesa” (M. Hack)
Nella fedeltà “all’etica del viandante” l’eresia si delinea “come realtà positiva, dinamica, forza generatrice […] realtà osteggiata da un’altra forza opposta, il potere” (E. Mazzi)