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venerdì 15 marzo 2013

Ancora su Bergoglio

Dalle email arrivate:


>> articolo da Peace Reporter
>> 11/05/2006 - Il lato oscuro del cardinale
>>
>>
>> In un libro le collusioni dell'arcivescovo di Buenos Aires con la
>> dittatura militare
>>
>> Il cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires,
>> presidente dei vescovi argentini, nonché tra i più votati, un anno fa, nel
>> conclave Vaticano che ha scelto il successore di Giovanni Paolo II, è
>> accusato di collusione con la dittatura argentina che sterminò novemila
>> persone. Le prove del ruolo giocato da Bergoglio a partire dal 24 marzo
>> 1976, sono racchiuse nel libro L’isola del Silenzio. Il ruolo della Chiesa
>> nella dittatura argentina, del giornalista argentino Horacio Verbitsky,
>> che da anni studia e indaga sul periodo più tragico del Paese
>> sudamericano, lavorando sulla ricostruzione degli eventi attraverso
>> ricerche serie e attente.
>>
>>
>> I fatti riferiti da Verbitsky. Nei primi anni Settanta Bergoglio, 36 anni,
>> gesuita, divenne il più giovane Superiore provinciale della Compagnia di
>> Gesù in Argentina. Entrando a capo della congregazione, ereditò molta
>> influenza e molto potere, dato che in quel periodo l'istituzione religiosa
>> ricopriva un ruolo determinante in tutte le comunità ecclesiastiche di
>> base, attive nelle baraccopoli di Buenos Aires. Tutti i sacerdoti gesuiti
>> che operavano nell’area erano sotto le sue dipendenze. Fu così che nel
>> febbraio del ’76, un mese prima del colpo di stato, Bergoglio chiese a due
>> dei gesuiti impegnati nelle comunità di abbandonare il loro lavoro nelle
>> baraccopoli e di andarsene. Erano Orlando Yorio e Francisco Jalics, che si
>> rifiutarono di andarsene. Non se la sentirono di abbandonare tutta quella
>> gente povera che faceva affidamento su di loro.
>>
>> La svolta. Verbitsky racconta come Bergoglio reagì con due provvedimenti
>> immediati. Innanzitutto li escluse dalla Compagnia di Gesù senza nemmeno
>> informarli, poi fece pressioni all’allora arcivescovo di Buenos Aires per
>> toglier loro l’autorizzazione a dir messa. Pochi giorni dopo il golpe,
>> furono rapiti. Secondo quanto sostenuto dai due sacerdoti, quella revoca
>> fu il segnale per i militari, il via libera ad agire: la protezione della
>> Chiesa era ormai venuta meno. E la colpa fu proprio di Bergoglio, accusato
>> di aver segnalato i due padri alla dittatura come sovversivi. Con
>> l’accezione “sovversivo”, nell’Argentina di quegli anni, venivano
>> qualificate persone di ogni ordine e grado: dai professori universitari
>> simpatizzanti del peronismo a chi cantava canzoni di protesta, dalle donne
>> che osavano indossare le minigonne a chi viaggiava armato fino ai denti,
>> fino ad arrivare a chi era impegnato nel sociale ed educava la gente umile
>> a prendere coscienza di diritti e libertà. Dopo sei mesi di sevizie nella
>> famigerata Scuola di meccanica della marina (Esma), i due religiosi furono
>> rilasciati, grazie alle pressioni del Vaticano.
>>
>> Botta e risposta. Alle accuse dei padri gesuiti di averli traditi e
>> denunciati, il cardinal Bergoglio si difende spiegando che la richiesta di
>> lasciare la baraccopoli era un modo per metterli in guardia di fronte a un
>> imminente pericolo. Un botta e risposta che è andato avanti per anni e che
>> Verbitsky ha sempre riportato fedelmente, fiutando che la verità fosse nel
>> mezzo. Poi la luce: dagli archivi del ministero degli Esteri sono emersi
>> documenti che confermano la versione dei due sacerdoti, mettendo fine a
>> ogni diatriba. In particolare Verbitsky fa riferimento a un episodio
>> specifico: nel 1979 padre Francisco Jalics si era rifugiato in Germania,
>> da dove chiese il rinnovo del passaporto per evitare di rimetter piede
>> nell’Argentina delle torture. Bergoglio si offrì di fare da intermediario,
>> fingendo di perorare la causa del padre: invece l’istanza fu respinta.
>> Nella nota apposta sulla documentazione dal direttore dell’Ufficio del
>> culto cattolico, allora organismo del ministero degli Esteri, c’è scritto:
>> “Questo prete è un sovversivo. Ha avuto problemi con i suoi superiori ed è
>> stato detenuto nell’Esma”. Poi termina dicendo che la fonte di queste
>> informazioni su Jalics è proprio il Superiore provinciale dei gesuiti
>> padre Bergoglio, che raccomanda che non si dia corso all’istanza.
>> E non finisce qui. Un altro documento evidenzia ancora più chiaramente il
>> ruolo di Bergoglio: “Nonostante la buona volontà di padre Bergoglio, la
>> Compagnia Argentina non ha fatto pulizia al suo interno. I gesuiti furbi
>> per qualche tempo sono rimasti in disparte, ma adesso con gran sostegno
>> dall’esterno di certi vescovi terzomondisti hanno cominciato una nuova
>> fase”. È il documento classificato Direzione del culto, raccoglitore 9,
>> schedario B2B, Arcivescovado di Buenos Aires, documento 9. Nel libro di
>> Verbitsky sono pubblicati anche i resoconti dell’incontro fra il
>> giornalista argentino e il cardinale, durante i quali quest’ultimo ha
>> cercato di presentare le prove che ridimensionassero il suo ruolo. “Non
>> ebbi mai modo di etichettarli come guerriglieri o comunisti – affermò
>> l’arcivescovo – tra l’altro perché no ho mai creduto che lo fossero”.
>>
>> Ma… Ad inchiodarlo c’è anche la testimonianza di padre Orlando Yorio,
>> morto nel 2000 in Uruguay e mai ripresosi pienamente dalle torture, dalla
>> terribile esperienza vissuta chiuso nell’Esma. In un’intervista rilasciata
>> a Verbistky nel 1999 racconta il suo arrivo a Roma dopo la partenza
>> dall’Argentina: “Padre Gavigna, segretario generale dei gesuiti, mi aprì
>> gli occhi – raccontò in quell’occasione – Era un colombiano che aveva
>> vissuto in Argentina e mi conosceva bene. Mi riferì che l’ambasciatore
>> argentino presso la Santa Sede lo aveva informato che secondo il governo
>> eravamo stati catturati dalle Forze armate perché i nostri superiori
>> ecclesiastici lo avevano informato che almeno uno di noi era un
>> guerrigliero. Chiesi a Gavigna di mettermelo per iscritto e lo fece”.
>> Nel libro, inoltre, Verbistky spiega come Bergoglio, durante la dittatura
>> militare, abbia svolto attività politica nella Guardia di ferro,
>> un’organizzazione della destra peronista, che ha lo stesso nome di una
>> formazione rumena sviluppatasi fra gli anni Venti e i Trenta del
>> Novecento, legata al nazionalsocialismo. Secondo il giornalista, l’attuale
>> arcivescovo di Buenos Aires, quando ricoprì il ruolo di Provinciale della
>> Compagnia di Gesù, decise che l’Università gestita dai gesuiti fosse
>> collegata a un’associazione privata controllata dalla Guardia di ferro.
>> Controllo che terminò proprio quando Bergoglio fu trasferito di ruolo. “Io
>> non conosco casi moderni di vescovi che abbiano avuto una partecipazione
>> politica così esplicita come è stata quella di Bergoglio”, incalza
>> Verbitsky. “Lui agisce con il tipico stile di un politico. È in relazione
>> costante con il mondo politico, ha persino incontri costanti con ministri
>> del governo.
>>
>> Oggi. Nonostante non abbia mai ammesso le sue colpe, il presidente dei
>> vescovi argentini ha spinto la Chiesa del paese latinoamericano a
>> pubblicare una sorta di mea culpa in occasione del 30esimo anniversario
>> del colpo di Stato, celebratosi lo scorso marzo. “Ricordare il passato per
>> costruire saggiamente il presente” è il titolo della missiva apostolica,
>> dove viene chiesto agli argentini di volgere lo sguardo al passato per
>> ricordare la rottura della vita democratica, la violazione della dignità
>> umana e il disprezzo per la legge e le istituzioni. “Questo, avvenuto in
>> un contesto di grande fragilità istituzionale – hanno scritto i vescovi
>> argentini – e reso possibile dai dirigenti di quel periodo storico, ebbe
>> gravi conseguenze che segnarono negativamente la vita e la convivenza del
>> nostro popolo. Questi fatti del passato che ci parlano di enormi errori
>> contro la vita e del disprezzo per la legge e le istituzioni sono
>> un’occasione propizia affinché come argentini ci pentiamo una volta di più
>> dai nostri errori  per assimilare l’insegnamento della nostra storia nella
>> costruzione del presente”.
>> Tanti tasselli, quelli raccolti dal giornalista argentino nel suo libro
>> che ci aiutano a vedere un po’ meglio in un mosaico tanto complesso quanto
>> doloroso della storia recente di Santa Romana Chiesa.
>>
>> Stella Spinelli



Ti ringrazio, Luciana, ed avevo capito del tuo inoltro a tutta la comunità.
Anch'io come molti, penso, ero rimasto abbastanza contento in un primo
momento (come dice anche Hans Kung) ma quando ho ricevuto questa notizia di
collusione con la dittatura sono rimasto senza fiato. Speriamo che sia
pentito e convertito come Romero...sarebbe una bella cosa, ma ce lo deve
dire! Ciao, mauro.



Tanto per capire..........
Aldo Antonelli è un parroco abruzzese impegnato in percorsi alternativi
Luciana
----- Original Message -----
From: Aldo Antonelli
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Thursday, March 14, 2013 12:25 AM
Subject: Benvenuto

UN PAPA CHE SI INCHINA.
Ho rotto il digiuno quaresimale.
Stasera ho brindato con ottimo vino al nuovo papa.
Io, antigerarchico e non popalista!
Sono felice a triplice titolo:
1- Il nuovo papa è un sudamericano.
2- Si chiama Francesco Primo
3- Parlando di se stesso ha fatto riferimento, più di una volta, al "Vescovo di Roma"  e non al "Papa" e, prima di benedire il popolo, ha chiesto la benedizione dal popolo:
Grance rivoluzione!
GRANDE!
 Che il domani sia già l'oggi!
ALDO

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