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martedì 28 aprile 2015

La Comunità Valdese


La Comunità dell’Isolotto incontra la Comunità Valdese di Firenze.
Domenica 3 maggio 2015 ore 10.30 -12.30.
Sarà una occasione per conoscere un movimento che fin dal lontano XII secolo ha scelto di seguire il Vangelo con uno stile di vita concreto improntato alla povertà evangelica, al rifiuto della violenza e dei compromessi della chiesa col potere politico, alla organizzazione di una chiesa di tipo orizzontale e non-gerarchico. E che per questo è stata da sempre perseguitata e osteggiata.
Ci confronteremo soprattutto sui temi dell'oggi.

giovedì 23 aprile 2015

Proposta di legge di iniziativa popolare “Un’altra difesa è possibile”


Domenica 26 aprile 2015, alle Baracche verdi, in via degli Aceri 1, ore 10,30
Allassemblea della Comunità dellIsolotto

Gianni Scotto docente del corso di laurea "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'universita' di Firenze illustrerà la proposta di legge di iniziativa popolare “Istituzione e modalità di finanziamento del Dipartimento della Difesa Civile non armata e non violenta”. Si procederà anche alla raccolta delle firme necessarie per presentare la proposta di legge di iniziativa popolare “Un’altra difesa è possibile”.  Promotori: Acli, Arci, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Avis e Caritas Italiana. La Campagna “punta a raccogliere almeno 50mila firme entro la fine di maggio. L’obiettivo dei promotori è quello di dare piena attuazione all’art. 52 della Costituzione (sacro dovere della difesa della patria) istituendo forme di Difesa civile e non violenta in coerenza con l’art.11(ripudio della guerra).
In concreto, la proposta di legge che i cittadini potranno sottoscrivere prevede di istituire un dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace e l’Istituto di ricerche sulla Pace e il disarmo e che abbia forme di collaborazione con il dipartimento della Protezione civile, quello dei Vigili del fuoco e col Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale. Il finanziamento della nuova Difesa civile sarebbe garantito, oltre che dallo spostamento di risorse dalla spesa militare, sostanzialmente rimasta immutata nonostante la crisi, anche dalla possibilità per i contribuenti di destinare a questo scopo il 6xmille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Per la Comunità
Antonietta, Lucia, Paola
Passaparola

domenica 19 aprile 2015

Le paure degli adulti … cani antidroga a scuola



Comunità dell’Isolotto
domenica 19 aprile 2015
Le paure degli adulti …. cani antidroga a scuola
riflessioni, emozioni e parole del gruppo genitori

Lettura dalla Bibbia
Guai a te, o paese, che per re hai un pazzo
e i cui prìncipi banchettano fin dal mattino!
Felice te, o paese, che per re hai un uomo libero
e i cui prìncipi mangiano al tempo dovuto
per rinfrancarsi e non per gozzovigliare.
Per negligenza il soffitto crolla
e per l'inerzia delle mani piove in casa.
Per stare lieti si fanno banchetti
e il vino allieta la vita;
il denaro risponde a ogni esigenza.                                                   [Qoelet, 10, 16-19]

Lettura dal Vangelo
In quel tempo, Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore, allora, gli si accostò e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, di' che questi sassi diventino pane".
Ma egli rispose: "Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio". Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: "Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia ad urtare contro un sasso il tuo piede". Gesù gli rispose: "Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo". Di nuovo il diavolo lo condusse con se sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria, e gli disse: "Tutte queste cose io ti darò, se prostrandoti, mi adorerai". Ma Gesù gli rispose: "Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto".
Allora il diavolo lo lasciò ed ecco gli angeli gli si accostarono e lo servivano.       [Matteo 4,1-11]

Commento
In uno dei suoi commenti su questo brano, Alberto Maggi osserva che il deserto descritto nel Vangelo è affollato come la cabina telefonica del film “rain man”: oltre a Gesù c’è Satana, ci sono gli angeli e ci sono le bestie.
Ognuno di questi elementi ha un valore simbolico e, in particolare, il deserto rappresenta sia il luogo dell’esodo, della liberazione (del popolo di Israele), sia quello del potere, quello in cui si radunano le forze prima di sferrare un attacco.
Per comprendere meglio quello che l’evangelista vuole presentare si dovrebbe abbandonare il termine “tentazione”, perché con questa parola si intende qualcosa che incita al male, al peccato; qui invece non c’è nulla di tutto questo. Satana non si presenta come un avversario che tenta Gesù al male, al peccato, ma come un suo amico, un fidato collaboratore che lo consiglia e mette a sua disposizione tutti i mezzi per affermarsi come messia. Nelle offerte del diavolo è posta una sola condizione :“se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo”.  Satana è disposto a dare a Gesù la scorciatoia per la ricchezza, la gloria, il potere: perché ? Perché fintanto che ci sarà potere ci sarà ingiustizia e non potrà realizzarsi il regno di Dio.
Ci sembra che ci sia un collegamento fra le tentazioni descritte nel brano del Vangelo e le tentazioni proposte dal tempo di oggi ai ragazzi: oggi le tentazioni sono quelle insinuate da alcool, droghe, velocità.
Immagini di potenza, invulnerabilità, benessere, insomma tutto quello che ti può far sentire un  numero uno invece di uno sfigato.

Introduzione
Come genitori di ragazzi e di adolescenti siamo venuti a sapere, dalla stampa e dalla scuola, di un programma di interventi delle forze dell’ordine (Polizia e Carabinieri) con cani-antidroga, nelle scuole superiori fiorentine.
Alcuni Presidi hanno aperto le porte degli istituti da loro diretti, qualcun altro – come Ludovico Arte, preside del Marco Polo – ne ha impedito l’accesso ritenendolo inadeguato ad un luogo educativo, altri hanno voluto sentire il parere dei genitori.
Alcuni di noi sono genitori di ragazzi/e che frequentano istituti scolastici i cui presidi hanno tenuto quest’ultima linea. Siamo stati contattati, tramite i rappresentanti di classe, che ci hanno chiesto per email un parere.
Parere che è stato espresso senza che ci sia stata un’occasione di discussione - né con la scuola, né con esperti, né tra genitori - per capire le ragioni, il senso, l’utilità o meno di questo tipo di interventi, la possibilità di altre misure.
La grande maggioranza dei genitori si è espressa a favore di questi interventi con i cani anti-droga, come riportato in uno stralcio del verbale dell’ultimo Consiglio di Istituto Machiavelli Capponi (il verbale completo è allegato).

L’indagine …. ha dato l’esito seguente:
193 genitori e la maggioranza di 5 classi (non è stato fornito il numero preciso dei genitori) a favore dell’ingresso dei cani anti droga  e 70 contrari (dati raccolti fino a sabato 28 febbraio; al momento del consiglio erano 165 favorevoli e 57 contrari).

Questi alcuni pareri:

Alcuni pareri dei genitori dei ragazzi di una classe del Liceo delle Scienze Umane
Alcuni pareri dei genitori dei ragazzi di una classe del Liceo Classico
1) buona sera…noi siamo i genitori di … volevamo comunicarle che noi siamo favorevoli a lasciare entrare le forze dell’ordine con i cani anche per l’attività di prevenzione e controllo antidroga. ….

2) …. Vi dico il mio modesto parere. Sono favorevole ad un lavoro di prevenzione anche in assenza di particolari segnalazioni. Questo perché è proprio in questa fase che bisogna intervenire per cercare di fare in modo che i ragazzi, soprattutto i più giovani, magari in un momento di fragilità (più che possibile in questa fascia di età)  non si trovino davanti alla possibilità di cedere alla tentazione di provare avendola a portata di mano.
E' ovvio che in futuro niente vieterà loro di procurarsela in altri modi e luoghi.
Forse potrà non servire e pensarlo può essere ingenuo o ottimistico, ma provarci, vista la possibilità, non costa niente.
Ringraziandovi per il Vs. lavoro…

3) favorevoli al protocollo di prevenzione.

4) ... per quanto riguarda invece il discorso dei cani, personalmente sono favorevole alla loro presenza anche durante gli incontri di prevenzione.... in questo modo la "prevenzione" diventa efficace e i ragazzi si rendono conto di cosa significa essere "illegali".

5) Buongiorno!  Non vedo quale sia il problema se un cane poliziotto entra a scuola! Sono favorevole e lo ritengo utile!

6) Buonasera.  Noi siamo d’accordo all’opera di prevenzione anche attraverso i cani antidroga. Grazie … Saluti.

7) Ciao, non so a che livello questo problema è presente nella nostra scuola, anzi ti sono grata se mi puoi dare un po' di informazioni in più. Comunque sono perfettamente d'accordo a qualunque iniziativa della scuola con la Polizia per contrastare questo incubo, anzi ringrazia da parte mia la dirigenza scolastica per tutte le iniziative che vorrà prendere a questo riguardo. Questa è la mia opinione.
Cioè... per essere più chiara... non solo i cani ma anche i leoni se servono...
Buonasera a tutti, sono il padre di ….
Mi limito ad esprimere il mio consenso all’entrata delle Forze dell’Ordine con i cani antidroga. D'altronde  se non facciamo prevenzione in famiglia e nelle scuole, dove altrimenti ??
Buon lavoro e cordiali saluti a tutti.

Buonasera a tutti, sono la mamma di …
Nella mail del rappresentante d'Istituto si dice che all'ordine del giorno del Consiglio di domani pomeriggio è inserito un punto riguardante "l'attività di prevenzione e controllo antidroga".
Ho letto con interesse gli interventi di coloro che sono contrari all'utilizzo di cani anti-droga in quanto, si dice, questa non è prevenzione; sono d'accordo questa non è un'attività di prevenzione bensì di controllo con tutto quello che ne consegue nel caso in cui la droga venga effettivamente rinvenuta. In estrema sintesi ben vengano i percorsi formativi, è vero sono fondamentali e prioritari, ma siccome la droga c'è nelle scuole ed anzi sono proprio questi i primi luoghi in cui i nostri ragazzi possono conoscerla, ben vengano anche i cani. Un'azione di controllo di questo tipo penso che almeno un po' scoraggi lo spaccio all'interno, fuori è diverso e sicuramente più rischioso specialmente per dei ragazzini.

Buongiorno, siamo i genitori di … .
Non siamo favorevoli ai cani antidroga nelle scuole (esperienza già subita da nostro figlio alle medie, inutile e non bella).

Buongiorno a tutte e tutti.
Sono il padre di ….. ho seguito sui giornali e in televisione le notizie riguardo agli interventi in alcune scuole fiorentine della polizia antidroga e le diverse posizione dei dirigenti scolastici.
La mia opinione è la seguente :
- nel caso di una esplicita denuncia credo che l'accesso a polizia e/o carabinieri non possa (e non debba) essere limitato.
- per una attività di prevenzione, qual è quella segnalata nella comunicazione della rappresentante dei genitori nel consiglio di istituto,  ritengo molto più appropriato un lavoro, magari con le stesse forze dell'ordine e/o con personale qualificato (ASL, associazioni, ecc.) mirato alla informazione sui rischi legati all'uso di sostanze.
L'utilizzo indiscriminato dei cani antidroga non mi trova favorevole.

Buon pomeriggio, sono la mamma di…. Personalmente non ritengo opportuno l'utilizzo di cani anti droga per fare prevenzione. Molto meglio attività educative che illustrino i rischi delle dipendenze. Saluti a tutti

Buongiorno a tutte e a tutti
Siamo i genitori di …. Non riteniamo che si faccia prevenzione educativa facendo entrare nelle scuole i cani anti-droga. Cordialmente

Sono il padre di …Il mio giudizio personale su queste ispezioni cinofile è negativo. Mezzi di indagine di questo tipo, in assenza di ragioni evidenti o di segnalazioni,  credo non costituiscano in nessun caso elemento educativo o di prevenzione ma semmai rischiano di alimentare una  "cultura del sospetto".
Non trascurerei inoltre il fattore psicologico, specialmente per le prime classi, considerato il modus operandi visto in TV, che mi ricorda altri tempi .... Ritengo che azioni ben più importanti possano essere svolte dall'interno, sul piano educativo e formativo,  attingendo a progetti in essere in altre realtà, lasciando le azioni operative fuori dalla scuola allargando invece i controlli ad altri spazi di frequentazione giovanile non  trascurando fenomeni di spaccio che costituiscono l'elemento alla base del diffondersi delle "droghe".

Buonasera. Noi siamo d'accordo per consentire l'accesso alle forze dell'ordine con i cani, nell'interesse unico dei nostri ragazzi.

La nostra impressione è che molti genitori, e in generale il mondo degli adulti, siano per lo più impreparati e si sentano sprovveduti e spaventati di fronte alla questione del consumo di stupefacenti e in generale di tutti i comportamenti a rischio dei ragazzi.
Abbiamo notato che molti genitori reagiscono approvando subito, senza avere la pazienza e la disponibilità di darsi un tempo di riflessione, interventi che non richiedono una loro assunzione di responsabilità  e di (in)formazione; interventi fondati sulla ‘delega’. Ci sembra che di fronte a tutto ciò che è difficile e complesso, si cerchi una soluzione semplice (il cane antidroga), sbrigativa e possibilmente che non coinvolga gli adulti.
Pensiamo invece che i problemi che coinvolgono le persone e in particolare i ragazzi in crescita, non possano essere affrontati con ‘soluzioni semplicistiche’, che ci vogliano informazione, coinvolgimento, relazioni e molto altro. Così abbiamo pensato di riflettere su  questo tema parlando con il prof. Ludovico Arte, dirigente scolastico del ITT Marco Polo. E documentandoci un po’ meglio.

Alcuni dati tratti dall’ultimo studio EDIT su comportamenti a rischio dei ragazzi
Ci siamo anche un po’ documentati andando a leggere alcuni dati di alcuni studi che l’ARS (Agenzia Regionale di Sanità) conduce con cadenza triennale dal 2005.
Gli studi denominati EDIT “Epidemiologia dei determinanti dell’infortunistica stradale in Toscana” sono quindi stati realizzati nel 2005, 2008, 2011; vi è poi stata una edizione ridotta (via web) 2013, e attualmente è in corso l’edizione 2015.
Queste ricerche, su campioni di circa 5000 studenti delle scuole superiori, in età 14-19 anni circa, esaminano la diffusione di comportamenti a rischio per la salute e l’incolumità fisica propria e altrui, tra cui: fumo, consumo di bevande alcoliche, consumo di stupefacenti, gioco d’azzardo, comportamenti sessuali, bullismo, comportamenti di guida a rischio, problematiche connesse all’alimentazione. (si veda il sito dell’Ars e il portale Edit: https://www.ars.toscana.it/it/edit.html
Ecco in estrema sintesi alcuni dati e informazioni, tratti dalla ricerca Edit web 2013, sull’uso di alcol e di stupefacenti:
Consumo di bevande alcoliche: quasi tutti i ragazzi toscani (91%) hanno sperimentato il consumo di alcol, in misura analoga tra i sessi. Le quantità bevute aumentano con l’età per entrambi i sessi, anche se le femmine bevono un po’ meno. Le bevande preferite sono gli aperitivi, la birra ma anche i superalcolici. L’uso e l’abuso di alcol è concentrato nel fine settimana, e in particolare il sabato. Circa la metà degli adolescenti dichiara di essersi ubriacato durante l’anno e circa il 30% di aver fatto un ‘binge drinker’, cioè di aver bevuto in poco tempo una grande quantità di unità di alcol per raggiungere rapidamente una forte ubriacatura.
Consumo di sostanze psicotrope illegali (stupefacenti): circa 1 studente su 3 (32,7%) dichiara di aver provato una sostanza illegale nella vita; 1 su 4 nell’ultimo anno. Tra coloro che hanno sperimentato l’uso di sostanze, oltre il 70% lo ha fatto entro i 16 anni di età. La sostanza sperimentata per prima è la cannabis.
La sostanza più sperimentata in Italia e in Europa è la cannabis, in seconda posizione c’è la cocaina (compreso il crack). Recentemente si sta anche diffondendo un consumo di farmici o psicofarmaci.
Vi sono differenze tra i sessi: l’uso di stupefacenti è maggiormente diffuso tra i maschi.


Una riflessione a seguito di alcuni incontri con psicologi di Villa Lorenzi
Molti dei comportamenti sono in generale connessi all’idea, che si è diffusa tra un’ampia fetta del mondo giovanile, che non ci sia divertimento senza sballo, senza perdita di controllo. Questo è un fronte su cui lavorare.
Il pericolo che il contatto con l’alcol e le sostanze diventi un problema è tanto maggiore quanto più l’alcol o le sostanze rispondono ad un bisogno. Gli adolescenti hanno una spinta fondamentale che li porta verso i coetanei e l’altro sesso. Se però sentono, inconsciamente, sentono di non essere adeguati in tali rapporti, di non saper gestire le loro inadeguatezze, possono essere a rischio poiché possono trovare nell’alcol e nelle sostanze ‘una stampella’ che li aiuta ad affrontare i rapporti con i coetanei e con l’altro sesso, poiché l’alcol e le sostanze consentano loro di essere più allegri, più espansivi, più sfrontati, più disinibiti.  Questo è un altro fronte sul quale si può lavorare.



Alcuni articoli

 

Cani antidroga a scuola, a Firenze un preside dice no: ‘Non siamo allo stadio’

Il dirigente dell'istituto tecnico per il turismo Marco Polo contro le perquisizioni delle unità cinofile: "Io faccio educazione, loro perseguono reati. Da tempo in questo dialogo non facile con le forze dell’ordine dico che dobbiamo trovare una mediazione"

 

Nella mia scuola i cani antidroga non entrano”. A vietare l’ingresso delle unità cinofile delle forze dell’ordine è Ludovico Arte, il dirigente dell’istituto tecnico per il turismo “Marco Polo” di Firenze. Il preside ha deciso di mettere la parola fine alle perquisizioni fatte con i cani alla ricerca di stupefacenti. Una dura presa di posizione che ha innescato un braccio di ferro con il Questore Raffaele Micillo, pronto a continuare i controlli nelle scuole fiorentine nonostante il diniego del numero uno del “Marco Polo”.

Arte non crede alla repressione ma ad un lavoro quotidiano per combattere la droga: “Io faccio educazione, loro perseguono reati. Da tempo in questo dialogo non facile con le forze dell’ordine dico che dobbiamo trovare una mediazione. Quando la polizia o i carabinieri intervengono in una scuola devono fare i conti con una logica diversa dalla loro. Devono entrare in comunicazione con un preside. Non possono pensare di essere allo stadio”.
Il dirigente dell’istituto tecnico fiorentino è rispettoso delle forze dell’ordine ma non ha intenzione di fare un solo passo indietro: “Se mi dicono, come è già accaduto, che loro possono d’autorità entrare contro la mia volontà, devono sapere che un minuto dopo che hanno messo piede a scuola io chiamo i giornali e pubblicamente prendo le distanze da questo tipo di intervento. Non voglio contrappormi alle forze dell’ordine: siamo tutti contro la droga. Il punto è come si fa la lotta agli stupefacenti dentro una scuola: portare i cani poliziotto in aula è folle”.

A sentire il preside del “Marco Polo” sembra che questo tipo d’indagini non sia per nulla utile: “Di fatto questi interventi non ottengono risultati; l’ultima volta hanno trovato un grammo, ripeto un grammo di marijuana. Non riescono ad individuare chi l’ha portata, fanno solo terrorismo e il giorno dopo è tutto uguale. Si semina solo un po’ di paura. Io non darò mai l’autorizzazione a puntare un cane contro un ragazzo nella mia scuola”. Arte non tollera le maniere forti. Sa che nelle scuole esiste il problema, ammette che il fenomeno sta crescendo ma la parola repressione non fa parte del suo dizionario. E sottolinea che un ragazzo che spaccia va solo aiutato. Nella sua scuola la lotta alla droga la fa mettendo a disposizione dei suoi studenti cinque psicologi.
Il preside, in pratica, vuole solo più collaborazione: “Per la cronaca le forze dell’ordine a volte le ho fatte entrare. Di fronte al caso di una ragazza sospettata di spaccio hanno potuto perquisirla nel mio ufficio, in maniera rispettosa. Altre volte sono stati fatti pattugliamenti nel cortile della scuola senza che noi ne sapessimo nulla. E’ accaduto che hanno messo a terra un ragazzo sospettato di aver spacciato: io non le voglio vedere queste scene perché per me quello studente non è un criminale e non va umiliato. Vi sono mille altri modi per agire. Mi farebbe piacere se si uscisse dalla semplificazione dei buoni contro i cattivi, di chi contrasta la droga e di chi al contrario difende i ragazzi: stiamo discutendo di modi diversi di intendere la lotta agli stupefacenti a scuola.
Il dirigente del “Marco Polo” non si illude, sa che la maggior parte dei suoi colleghi non si oppone agli interventi delle forze dell’ordine ma è pronto ad aprire un dibattito: “Voglio vedermi con il Questore. Mi piacerebbe che tra noi presidi invece di fare incontri inutili sulla burocrazia aprissimo un tavolo di confronto su questo argomento”.



CONTROLLI ANTIDROGA NELLE SCUOLE
Il dirigente scolastico dell’Istituto Andrea Del Sarto: ´Ecco perché sono utili´
4 febbraio 2015

Nuovi controlli antidroga della Polizia negli istituti scolastici fiorentini: le unità cinofile scovano alcuni grammi di marijuana nell’istituto di via Andrea del Sarto dove, questa mattina, i cani poliziotto Pando ed Amper sono entrati in azione per prevenire e contrastare il consumo di droga tra i giovani.

Durante l’attività all’esterno dell’edificio scolastico sono stati rinvenuti alcuni macina erba con evidenti tracce di marijuana, mentre in un bagno dell’istituto sono stati sequestrati due spinelli nascosti dietro lo scarico di un lavandino e sullo stipite della porta. Altri due spinelli sono poi saltati fuori dal cestino di un’aula.

Al termine dell’operazione il dirigente dell’istituto scolastico ha ringraziato i poliziotti per il lavoro svolto e si è rivolto direttamente ai genitori con una lettera che di seguito pubblichiamo.

Cari genitori,
su mia richiesta, stamattina è intervenuta la Polizia con i cani antidroga per controllare sia gli spazi esterni che quelli interni, comprese alcune classi scelte casualmente a campione.
Grazie a questo intervento sono state trovate alcune sigarette (spinelli) e piccole quantità di marijuana nascoste nei luoghi più impensati dell’edificio. Sono stati però rinvenuti alcuni trita marijuana e questo fa pensare ad un discreto consumo quotidiano da parte di più studenti.
Ci tengo a dire che la nostra non è una eccezione e nei giorni scorsi altre quantità di droga sono state trovate in altri istituti a conferma che quello della droga è un problema generalizzato, come era del resto già noto.
Ho sempre ritenuto giusto che per debellare il problema, o almeno cercare di farlo, sia necessario affrontarlo alla luce del sole, senza timore di aprire le porte alle forze dell’ordine che, peraltro, si sono dimostrate professionalmente ineccepibili e rispettose dei ragazzi e dell’ambiente scolastico.
Sono certo che questo intervento, che non resterà isolato, trasmetterà ai ragazzi un messaggio molto concreto sui rischi che essi corrono, anche penalmente, facendo uso di droghe.
Come sapete, la scuola si adopera anche con altre iniziative per mettere in guardia i ragazzi dai rischi degli stupefacenti. Confido naturalmente che anche Voi cogliate questa occasione per mettere in guardia i vostri figli.
Sono certo, come Dirigente scolastico, che le famiglie siano meglio tutelate e rassicurate dall’affrontare apertamente il problema anche attraverso l’aiuto delle Forze dell’ordine.
Il Dirigente scolastico



Io, mio figlio e lo spinello, di Elisabetta Muritti, D, 4 aprile 2015

Un sedicenne su 5 fa uso di marijuana. Che cosa fare? proibire non basta, e neanche l’erba legale sarebbe la soluzione: il problema è lo sballo, non il fumo.
Facendo la media, è come se fossero 200 spinelli a testa all’anno, contando anche neonati e anziani. Già: in Italia sono quasi 5 milioni (dati Istat) i consumatori di cannabis ricreativa (500mila gli estimatori cronici, che rappresentano da soli i due terzi della domanda). Per soddisfare tante voglie d’evasione, potrebbero essere stati venduti tra gli 1,5 e i 3 milioni di chili di sostanza (dati della Direzione nazionale antimafia). Scendendo nei dettagli, negli ultimi 18 mesi, ben il 14,6% degli italiani ha fumato almeno uno spinello, se non altro in questo rivendicando ottime posizioni in Europa. Grandi numeri, per un “vizio” tuttora illegale, per quanto l’acquisto o la detenzione di marijuana per uso personale non abbia più rilevanza penale ma preveda sanzione amministrativa (punito ancora il piccolo spaccio, si è ridotta la pena a 4 anni, di fatto escludendo la carcerazione). Ma tant’è, il volume d’affari nazionale viaggia al ritmo di 5-6 miliardi di euro all’anno. E non è tutto: il report delle analisi delle acque reflue di 17 città, fornito annualmente dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano al Dipartimento politiche antidroga, racconta di una concentrazione di cannabis che è andata aumentando del 10,96% nel 2013. Non è una sorpresa che a far vibrare questo consumo siano gli adolescenti, liceali, certo, ma molto spesso anche studenti delle scuole medie (l’età del primo “incontro” in un quinquennio è passata dai 16-19 anni ai 13-15). Nel 2014 quasi un teenager su quattro si è acceso uno spinello (2 punti percentuali in più rispetto al 2013), i 16enni sono il 21%, i 15-19enni arriverebbero al 76%. Il Dipartimento nazionale delle politiche antidroga ha poi esaminato un campione di circa 33mila studenti delle superiori, evincendone che “fumano” 660mila di loro (40mila in più, rispetto al 2013). Insomma, la cannabis è la sostanza psicotropa più amata dagli italiani grazie anche e soprattutto al consumo dei ragazzini (in buona compagnia con la Spagna: lì tra 2013 e 2014 i piccoli fan dello spinello hanno superato, per la prima volta nel mondo, la quota dei fumatori di sigaretta).
I numeri tricolori in ascesa sono in leggera controtendenza con quanto avviene in Europa, dove però dilagano le droghe sintetiche. Ma è dagli Usa che arriva la sorpresa: dopo circa 5 anni di crescita ininterrotta, il fascino del “pot” tra gli adolescenti, pur restando potentissimo, quest’anno è calato di due punti percentuali. Insieme al suo consumo, in America calano anche di più la percezione di una sua eventuale pericolosità e la disapprovazione nei confronti di chi continua a farne allegramente uso. Merito, dicono in parecchi, della legalizzazione della cannabis in molti Stati. Ma che cosa dovete fare, allora, se svuotando le tasche dei jeans di vostro figlio prima di buttarli in lavatrice trovate cartine e “refurtiva” sospetta? Ragionare come il noto pediatra Usa Aaron E. Carroll, che in una recente lettera aperta al New York Times ha convenuto, con amarezza, che ormai c’è poco da arrampicarsi sugli specchi, meglio lo spinello del binge drinking? Sperare pragmaticamente che il rampollo non si ficchi nei guai, o nel mitico “modello Colorado” (lì la legalizzazione della vendita della canapa indiana avrebbe procurato, in poco meno di un anno, un calo di reati e un introito milionario nelle casse erariali, tra tasse e licenze) che una proposta bipartisan, promossa da Benedetto Della Vedova, vorrebbe importare in Italia al più presto? Oppure disperarvi? Meglio riflettere su un paio di aspetti scomodi, dicono gli esperti. Riccardo Gatti, docente alla Scuola di specialità in psichiatria dell’Università Statale di Milano Bicocca e direttore del Dipartimento dipendenze della Asl di Milano, è preoccupato. Il suo dipartimento fornisce dati interessanti, riferiti al 2012: presi in considerazione tutti i cittadini d’età tra i 15 e i 64 anni, oltre 80mila milanesi hanno dichiarato di aver fumato almeno una “canna”, il 50% degli intervistati di averlo fatto prima dei 18 anni (il 4% prima dei 13), il 3,8% ne fa abitudine quotidiana.
La spesa media mensile per la cannabis a Milano è di circa 68 euro a consumatore (cioè per chi ammette di aver fumato almeno una volta negli ultimi 30 giorni). «Un genitore deve saperlo, la cannabis oggi è un fenomeno commerciale. La sostanza, che sta godendo di generale ripresentazione terapeutica, innesca un business milionario che ingolosisce le company del tabacco. È sempre più forte la pressione “commerciale” congiunta, sia dell’informazione che dei pusher, questi ultimi ovviamente interessati a che la cannabis resti tra le droghe illegali!». Sospira Gatti: «Il mercato degli adolescenti è abbastanza saturo, quindi va allargato quello degli adulti. E sono guai: perché gli uni stanno sdoganando gli altri. Non c’è da meravigliarsi quando, colti sul fatto, i ragazzi rispondono “Non mi rompere”, “Lo sai che non fa male”. I genitori, che fanno parte della generazione liberista dei babyboomer, non hanno alcuna credibilità nel ricordare regole che hanno trasgredito a loro volta. La comunicazione a livello educativo oggi è contraddittoria. Ingestibile». E avverte che se una società rapace come la nostra tenta di riconfezionare una sostanza “meno nociva”, ad hoc per un mercato che deve giocoforza espandersi, è meglio che gli adulti trovino prima ancora che succeda regole coerenti sulle modalità di consumo. «Perché», riprende, «la questione è più complessa: se l’alterazione psichica diventa “normale”, allora è cruciale lo stile di vita che tu, figlio, ti vuoi costruire».
La premessa è che lo spinello contemporaneo non avrebbe niente a che fare con quello “storico”, e non solo per i principi attivi. Soprattutto perché non è più trasgressivo, ideologico e idealista, checché ne possano pensare i fan 40-50-60-70 e 80enni, ma solo un prodotto via via preparato con oculatezza, quasi con tecniche da product placement, per sostituirsi alla sigaretta. È così? «Certo, sta diventando un bene di consumo di massa, allargato e velocizzato dai nuovi media. I prodotti cosiddetti additivanti e pieni di “fashionability” hanno sempre più successo, tanto più se vi aggiungiamo un’immagine salutare, ormai la reputazione sociale del tabacco è stata macchiata dal cancro. Intendiamoci, non ho nulla contro gli usi terapeutici della cannabis, ma mi insospettisce quest’ondata mediatica che trasforma le droghe in farmaci, magari utilizzando piccoli studi collaterali che di colpo diventano grandi notizie, laketamina per la depressione, la cannabis per la tiroide... È interessante, a volte persino vero, ma un po’ sospetto», dice Gatti. Detto questo, abbiamo capito che i ragazzi non consumano le sostanze psicoattive come facevano genitori e nonni. Non è più questione di stili di vita alternativi, perché stili e sostanze adesso sono scelti con lo stesso atteggiamento utilitaristico che accomuna i nativi digitali: prendo subito quel che mi piace e lo voglio veloce, efficace. Mi sta bene così. Come la musica MP3. Ma resta sospesa la domanda: che fare, con un ragazzino di 13-15 anni?
 Stefano Benzoni, neuropsichiatra infantile e consulente per il Policlinico di Milano, con la questione della credibilità genitori-figli forse è già andato più in là di Riccardo Gatti, quando qualche anno fa ha scritto il libro I giovani non esistono: viaggio allucinante nel mondo dei vecchi. Dice: «Il punto più delicato è la distinzione del consumo. Un conto è una canna ogni tanto, un conto le 3/4 canne al giorno, prima, dopo e durante la scuola. Che vuol dire passare da un uso ricreativo e libero a una dipendenza, non tossicologica ma psicologica. Gli effetti di una sostanza sono diluiti nel sociale: si va dall’atteggiamento ludico-ricreativo al dovere verso il gruppo, alla costruzione identitaria. E dall’ansia di trovare canne “buone” per stare bene al “mi ammazzo di canne così non penso”. C’è una bella differenza tra una ritualità e un effetto farmacologico: la quantità magari è la stessa, dieci canne sono dieci canne pure se te le fai in camera con l’amico del cuore a tapparelle abbassate, ma il significato può essere diverso. Perché così ti procuri sia il danno che la cura. Più delle quantità dovrebbe preoccupare la routine, cercata per i suoi effetti, magari immaginari. È questo lo spartiacque fondamentale: l’effetto di un Negroni sul fegato è sempre lo stesso, ma un conto è se te lo bevi con gli amici, un conto è se gli attribuisci poteri taumaturgici. La finalità di un effetto farmacologico è insidiosa, quale che sia l’effetto».
Benzoni riprende: «Un genitore dovrebbe parlarne subito con uno psichiatra infantile, non lasciare solo il figlio, cito parole ascoltate, “a esplorare per un anno il senso profondo delle canne”. Lo psichiatra non è l’ultima spiaggia, è il preliminare per sapere se c’è bisogno di lui o no. E poi si rifletta sulla funzione paterna, che non è necessariamente il ruolo del padre biologico, la sua funzione di “organizzatore simbolico” oggi può essere assolta da uno zio, dal fidanzato della madre, dalla fidanzata del padre, ma resta fondamentale, perché regola le istanze libidinali, dunque la ricerca di gratificazione. La propensione al consumo di stupefacenti non ha mai un significato univoco, vanno valutate diverse istanze di desiderio, e il desiderio è connesso con la figura paterna. Che pone il limite e dà il senso del limite» E la funzione materna? «Ammesso che il bisogno di sostanze riempia un vuoto, come dice la vulgata, non è detto che questo vuoto sia per forza dentro se stessi. Può essere in un campo di relazione, e allora, per esempio, va indagata la relazione di coppia dei genitori...». Ancora sulla famiglia, aggiunge Riccardo C. Gatti: «I babyboomer cercano di interpretare i ragazzi a modo loro, ma sbagliano: sono due generazioni non più contemporanee, viaggiano su mondi paralleli. Eppure ognuno deve riprendere il suo ruolo, magari in modo nuovo. Certo, costa fatica, e i babyboomer alla fatica non sono stati abituati... Quanto ai reali pericoli della cannabis sui più giovani, be’, una volta si parlava di amnesia e fallimenti scolastici a lungo termine, insomma di una “sindrome amotivazionale”. Io non so più cosa sia tale sindrome, ma so che il mondo è ormai in mano ai 60enni, e castra i ragazzi sul nascere. Per la prima volta nella storia per loro si affaccia un futuro peggiore del presente, per non dire del passato. Se si continua così, ai ragazzi non basterà la cannabis. Ma prima che ciò accada, che facciano notizia quegli adolescenti che hanno ancora voglia di costruire qualcosa. Per ora danno quasi fastidio».


 

 



ALLEGATI

Ai genitori rappresentanti di classe I.S.I.S. Machiavelli, Firenze

Innanzitutto tenevamo a ringraziarvi per l’interesse e l’attenzione che avete rivolto al nostro primo messaggio.
L’indagine che avete fatto presso i genitori hanno dato l’esito seguente:
193 genitori e la maggioranza di 5 classi (non è stato fornito il numero preciso dei genitori) a favore dell’ingresso dei cani anti droga  e 70 contrari (dati raccolti fino a sabato 28 febbraio; al momento del consiglio erano 165 favorevoli e 57 contrari).

Comunque tutti i genitori favorevoli o contrari richiedono un intervento di prevenzione articolato, consone con il luogo dedicato alla formazione. Chiedono che vengano organizzati interventi per spiegare i danni che le droghe ( anche l’alcool) possono causare all’organismo con associazione come il centro di solidarietà di Firenze, con la Asl, con comunità di recupero ( ad esempio Don Stinchi) ma anche con insegnanti, rappresentanti delle istituzioni e con le Forze dell’Ordine. Chiedono anche uno sportello di ascolto all’interno della scuola.
Se l’intervento dovesse avvenire, deve essere “tutelante e protettivo” e ci deve essere un dialogo ed uno scambio educativo che permetta di pensare che i controlli sono fatti nell’interesse dei ragazzi.
Premesso che alcuni interventi richiesti esistono già nella nostra scuola:
-       da diversi anni è attivo un centro ascolto con una responsabile molto brava;
-       la scuola organizza incontri con operatori specializzati sul problema delle droghe, in particolare l’alcool. Ultimamente è venuto un medico primario di Milano. E’ venuto anche qualcuno per affrontare il problema delle malattie psicologiche;
-       i professori hanno anche il compito di sorveglianza del fumo anche nel cortile per il quale sono già state fatte diverse multe;
-       i ragazzi, a volte sono molto arroganti ed i professori si trovano disarmati di fronte a queste situazioni;
-       è già stato riscontrato il problema della droga durante le gite o anche altri problemi. Nei casi più gravi lo studente viene escluso delle gite successive oppure si richiede al genitore di venire a prenderlo (anche all’estero);

Si ricorda anche che la scuola è un luogo pubblico e non è una zona franca. E si richiede la maggior partecipazione possibile ai genitori che debbono essere i primi ad intervenire e ad aprire il dialogo con i figli anche sulla droga;

Sulla base dei risultati di questa indagine e sulla richiesta della preside di prendere maggiormente in considerazioni il parere dei genitori rispetto a quello delle altri componenti del Consiglio – in quanto responsabile della tutela dei ragazzi (90 % sono minorenni)- il Consiglio ha deciso quanto segue :
-       organizzare due incontri con le Forze dell’Ordine, uno al Frescobaldi ed uno al Rinuccini per i rappresentanti degli studenti ( ricordiamo che il liceo ha circa 1800 studenti ed è impossibile riunirli insieme). A loro volta i rappresentanti, in occasione del primo attivo di classe, potranno riferire ed aprire un dibattito sull’argomento;
-       l’assemblea degli studenti di fine marzo sarà organizzato su questo argomento per il quale saranno invitati la responsabile del centro ascolto della nostra scuola, operatori specializzati del Sert ed altre persone sulla base anche delle proposte dei genitori;
-       la scuola continuerà ad organizzare incontri con medici ed altri operatori specializzati invitando di volta in volta alcune classi a turno com’è stato finora;
Resta inteso che sono ritenuti comunque validi i controlli effettuati all’esterno della scuola dalle forze dell’ordine soprattutto in considerazione delle problematiche della zona di Santo Spirito, ulteriori decisioni sono rimandate al prossimo Consiglio d’Istituto.

Alcuni genitori hanno chiesto un dibattito pubblico  sul progetto di legge di iniziativa popolare “Per la Buona Scuola della Repubblica” depositata in Parlamento la scorsa estate e sul documento “la Buona Scuola” che il governo si appresta a presentare; la Preside si dice disponibile di organizzarlo con i genitori rappresentanti di classe all’interno del liceo. Ricordiamo che organizzare un incontro per genitori di circa 1800 studenti è un grandissimo problema.
Durante il Consiglio è stata presa anche la decisione di creare una rete di aiuto, appoggio e scambio di idee, personale e materiale fra i licei del centro di Firenze per dare ad ognuno maggior opportunità e minor spese.
Ringraziamo di nuovo tutti i genitori e speriamo, grazie a questo canale delle mail, di potere rimanere in contatto per il bene dei nostri figli e della scuola.                                             

I genitori rappresentanti al Consiglio d’Istituto


Preghiera eucaristica


Vogliamo ricordare che siamo  responsabili
di tutti i figli  e non solo dei “nostri”
perché pensiamo di essere legati
da una umanità e fratellanza universale.

Vogliamo comprendere le ragioni dei disagi
in cui crescono molti ragazzi,
e provare ad ascoltare, a capire,
e ad agire nel modo adeguato ai loro bisogni profondi.

Vogliamo coltivare relazioni positive
e tutti gli aspetti che producono
serenità e benessere,
senso di responsabilità e libertà.

Desideriamo spazi, dimensioni, tempi
in cui i bambini, i ragazzi e i giovani,
imparino a conoscersi e ad apprezzarsi
nell’incontro e nel rispetto di ogni diversità.

Ci sembra che questo sia anche il messaggio contenuto
nel Vangelo e nella testimonianza del cammino di Gesù
il quale la sera prima di essere ucciso
dai sacerdoti e dai potenti del tempo,
mentre sedeva a tavola con i suoi amici e le sue amiche,
prese del pane, lo spezzò, lo distribuì loro dicendo:
“prendete e mangiatene tutti questo è il mio corpo”.
Poi preso un bicchiere, rese grazie,
lo diede loro e tutti ne bevvero, e disse loro:
”questo è il mio sangue che viene sparso per tutti i popoli”.

Questo pane e questo vino,
queste riflessioni e queste emozioni,
divengano segni di liberazione dalle paure e dalle ottusità
e si trasformino in una cultura nuova
nel segno del rispetto, della fiducia reciproca
tra tutte le persone e tra tutti i popoli.